venerdì 3 ottobre 2014

Tra tombe e sesti acuti

Ieri vi raccontavo della nostra passeggiata per le vie di Glasgow, stroncandovi simpaticamente sul più bello, quando vi facevo vedere, da lontano, la Cattedrale, e poi saluti e baci a tutti.

Però, c'è un però.
La cattedrale merita un post tutto per lei; e meriterebbe anche delle foto decenti (se solo Fabio non mi avesse abbandonata sul più bello, dedicandosi ai video e lasciandomi a fare foto col cellulare), ma vabbè.

Dicevamo...
 Già quei lampioni, sulla strada pedonale, che vi accompagnano verso St. Mungo, sono un anticipo dell'atmosfera fatata in cui vi state per immergere.

Se su di voi il gotico in tutte le sue sfaccettature ha lo stesso effetto esaltante e allo stesso tempo narcotizzante che ha su di me, siete capitati nel posto giusto.
La cattedrale, che risale al tardo XII secolo, è un esempio meraviglioso del Gotico scozzese. Dopo la Riforma è entrata a far parte della congregazione della Church of Scotland, e in realtà non sarebbe più una cattedrale nel senso proprio e ufficiale del termine, in quanto non più sede di alcun vescovo, ma quella di St. Mungo resta, nonostante tutto, LA cattedrale della città.


Si accede dall'ingresso laterale e, nel girare intorno alla chiesa, si nota sullo sfondo la collina che ospita la Necropoli di Glasgow. 
A questa vista, mi sono esaltata in maniera indecente, devo confessarlo.


Dopo aver indugiato a lungo, aggirandomi con l'espressione di Alice appena atterrata di sedere nella tana del Bianconiglio, mi decido ad avventurarmi all'interno. Ma prima mi accerto di aver saltellato con leggiadria su più o meno ogni tomba presente nell'"insospettabile" cimitero che circonda la cattedrale. 
C'era la strada, ovviamente, ma io niente: le lastre di marmo disposte disordinatamente nel praticello mi sono sembrate una stradina più folkloristica. 
Fabio invece ha scelto la via tradizionale. Io so' la sveglia della coppia, mi dicono.
Io e Fabio, come spesso accade quando gironzoliamo in viaggio, ci siamo separati tra le navate e ognuno si è perso nella sua personale esplorazione. Viaggiare è anche un'esperienza individuale, che prevede tempi diversi per ognuno: io sono una trottola, in movimento perpetuo finchè non ho indagato ogni angolo o non accuso troppo la stanchezza e mi si scaricano le pile, non riesco a domare l'entusiasmo; lui fa delle pause, si ferma a guardare, si siede, imposta la Canon con precisione, medita. 
Mi piace quando poi ci ritroviamo e scopriamo che ognuno ha visto qualcosa di diverso.

Entrando nella cattedrale, i miei occhietti entusiasti si sono spalancati ancora di più; purtroppo l'obiettivo dello smartphone più di tanto non poteva spalancarsi, invece.
Quello che vedrete è un tentativo vano di rendere giustizia alla meraviglia di questo posto.


L'interno della cattedrale è quasi buio, illuminato dalla luce che filtra attraverso stupende vetrate.
I banchi sono disposti all'interno della cappella più piccola, a cui si accede da un ingresso elegante e rivestito di velluto rosso.
Nello spazio vuoto che ti accoglie all'ingresso, solo alcune sedie, disposte intorno alle colonne, fiori e turisti.

 
Nella cripta si trova la tomba di St.Mungo, patrono e fondatore della città di Glasgow, a cui la cattedrale è dedicata. Io per le cripte ho una certa passione, da quando ero piccola e volevo sempre scendere "di sotto" a San Pietro. Ovviamente con la luce non c'è stato niente da fare, il mio telefono è buono e caro, ma insomma era chiedergli troppo. L'atmosfera, in ogni caso, non è stata deludente.  

Il suono dell'orologio della chiesa, per l'occasione preso d'assalto da decine di reflex asiatiche, ci ricorda che è mezzogiorno. E io mi ricordo della Necropoli, lì sulla collina, che volevo assolutamente vedere.

L'anima intimamente dark della mia adolescenza, si è risvegliata del tutto durante il percorso tra la cattedrale e l'ingresso del meraviglioso cimitero vittoriano. 
Roba gotica e vittoriana, sotto un cielo grigio, alberi storti e mattoncini ovunque: ohyess, avevo di nuovo quindici anni e la colonna sonora del Corvo nella testa. 


 Il silenzio assoluto, la perfezione "storta" di questo posto, il tono di verde dell'erba e la vista dalla collina mi hanno fatto capire il senso autentico del "Riposa in pace".
Adoro i cimiteri anglosassoni, ne avevo avuto un assaggio al Cimitero degli Inglesi alla Piramide, a Roma, con i gatti che passeggiavano tra angeli di pietra e tombe accavallate, mentre qualcuno leggeva, forse poesie, su una panchina.



Certo, scendendo dalla collina, da soli, accompagnati solo dallo scricchiolio dei nostri passi sui sassolini della strada, non ho potuto fare a meno di immaginare come sarebbe passeggiarci di notte, con le sagome nere delle statue che ti si stagliano di fronte dietro la curva: spaventoso, è la mia risposta.
Poi ti chiedi perché i romanzi gotici gli vengono così bene, a questi qua.

Tra una tomba e l'altra si è fatto tardi e per noi è ora di tornarcene verso casa.
Vi lascio con un paio di immagini della cattedrale, vista dalla stradina che risale la collina della necropoli. Sono rimasta a guardarla da lì per un po', per entrare in sintonia con l'aria di qui, e portarmene un po' dentro.



Alla prossima passeggiata.








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