Ormai è più di un anno che posso
definirmi Mooncup addicted. Orgogliosamente, aggiungo.
Per chi non sapesse di cosa sto
parlando, beh... ecco... comincerò così...
Io sono sempre stata un po' fissata,
chi mi conosce lo sa fin troppo bene, con il concetto che ognuno di
noi deve essere responsabile delle proprie scelte sapendo che tutto
ciò che fa ha delle conseguenze da qualche altra parte nel mondo,
ogni singola scelta, ogni azione.
Non è una cosa inquietante,eh!
Significa solo capire che non viviamo isolati ma inseriti in un
contesto sociale, ambientale ecc. ed esserne del tutto coscienti.
Detto ciò, ognuno fa come gli pare. Sviluppando una certa coscienza
però ognuno potrà fare sempre come gli pare, ma un po' meglio.
Il preambolo era per dire che la
Mooncup, secondo me è una scelta responsabile.
In ogni caso non è solo questo il
motivo che mi ha portato a LEI.
È che LEI è proprio una svolta! E io
questo lo avevo già intuito al primo sguardo, su internet,
nonostante i video giusto un po', come dire, particolari, al limite
del trash ...
E poi diciamo anche che da un punto di vista strettamente economico è anche un buon affare: 30 euro e passa la paura! Per 10 anni dico, mica un mese.
Sto parlando della meravigliosa
coppetta mestruale. Mooncup è solo un tipo ma ce ne sono
molti altri, in vendita online ma anche nei negozi di prodotti
biologici e simili.
È una coppetta in silicone chirurgico
che, inserita debitamente al suo posto d'onore, raccoglie il sangue
mestruale. Eeeeh?! No, non voglio sapere, non voglio sentire! Me
fa senso! Sì, a volte capita di
sentirmelo dire per bloccare il mio resoconto entusiasta.
Ma io
dico...senso de che?? In fondo lei lì sotto la conosciamo bene
tutte, no? E non può essere una coppetta alta 5 cm a turbare i
nostri animi... o forse sì, è vero, dipende da persona a persona.
Dipende.
Il
preconcetto sulla coppetta è alquanto diffuso, tanto quanto il
terrore.
Ecco,
vorrei rassicurarvi:
- Oddio è tossica! No,non è tossica, è un anno che la uso e sono sana e salva;
- Ma fa male! Non fa male, quando è inserita NON SI SENTE e te ne dimentichi del tutto, nel toglierla può fare un po' male se l'operazione viene fatta con poca grazia, diciamo (insomma, non va tirata via come uno sturalavandini, va da sé);
- Ma poi se non esce più? Allora, a uscire esce;va fatta un attimo di pratica ma giuro che da lì ESCE e non ho mai sentito di donne che non ci siano riuscite (insomma so 5 centimetri!) e soprattutto, questo ci tengo a chiarirlo, una volta posizionata RESTA Lì, non è che improvvisa passeggiate per esplorare l'ambiente, non fugge per sempre e non vaga indisturbata nell'utero, NO!, quindi come è entrata può uscire, non lievita nel frattempo, no;
- Uuuuh ma poi c'è il sangue...che sssschifo.... Per quanto riguarda il sangue, beh sì...quello sta tutto lì, è proprio quello il suo scopo, ma d'altronde sta pure sull'assorbente e poi io personalmente non riesco a schifarmene, non mi turba minimamente, quindi forse chi non ha ancora fatto pace con le sue mestruazioni potrebbe impressionarsi...ma non credo, secondo me si farebbe passare quest'ansia scoprendo quanto poco sia in realtà il flusso mestruale rispetto all'immagine che ognuna di noi ha in testa, è davvero molto meno di quello che si crede.
Il mio
primo incontro con LEI, quello in carne e silicone intendo, è
avvenuto poco più di un anno fa;qualche giorno prima del Natale
2010, mi sono fatta il mio regalo.
Ora,
devo ammettere che un po' d'ansia ce l'hai lì per lì, e che il
libretto delle istruzioni di 100 pagine in 15 lingue può non
rassicurare. Soprattutto quando incomincia con “Per imparare a
inserire e togliere la Mooncup c'è bisogno di un po' di pratica.”
oppure “Per fare questa prova, prenditi un po' di tempo e,
soprattutto, rilassati!”. Che una ci va prevenuta poi, che
manovre dovrò imparare?
E
così, armata di coraggio e intraprendenza mi accingo a fare
l'esperimento. Faccio come dice il libretto: da sola, rilassata, la
Belva è di là a fare la lotta col papà, mi chiudo in bagno. Sono
lì, a cavallo del bidet con l'aggeggio tra le mani e medito. Respiro
e cerco di interpretare quale sia il metodo migliore per favorirne
l'ingresso, sì perché ci sono due metodi, ampiamente illustrati sul
libretto: opto per il secondo, anche detta “Piegatura a sette”,
il perché del nome mi è ancora oscuro, comunque mi sembra la più
fattibile. Sto per farlo, ho preso un bel respiro e mi sono fomentata
a dovere e... se ne va la luce! Giuro. Io ero lì, così, al buio. E
vabbè l'inizio non è stato dei migliori. Anche perché la luce è
tornata svariate ore dopo e ho dovuto procedere con luci
“alternative”.
Se ce
l'ho fatta io, in quelle condizioni per di più, può veramente
farcela chiunque. Io non è che sono 'sta temeraria in fondo, ma sono
molto curiosa in compenso quindi le cose si bilanciano.
Poi
devo ammettere che sono stata molto incoraggiata dal fatto che, e
scusate se è poco, io 3 anni fa da lì
ci ho fatto passare un “esserino” di 2,5 kg per quasi 50 cm (che
non era un gigante ma giuro che mi è sembrato di 8 kg)! Non poteva
fermarmi quella cosetta di silicone lunga 5.
Insomma,
in conclusione, indietro non tornerei mai. La consiglio vivamente a
tutte. Superati i normalissimi timori iniziali, i vantaggi sono
immediatamente apprezzabili: ti scordi di averla (e di conseguenza di
avere il ciclo, non fosse per il mal di pancia che ogni tanto torna a
ricordartelo), puoi farla veramente la famosa ruota
della pubblicità senza
problemi, è sempre tutto pulito e a posto laggiù e soprattutto
nella tua coscienza, che sarà più leggera sapendo di non
contribuire a incrementare il numero dei milioni di assorbenti che
vagheranno per i mari fino a data da destinarsi. Scusate l'immagine poco felice degli assorbenti a nuoto, ma così è.
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