Anno nuovo, motto nuovo.
Quest'anno mi sono persa la celebrazione di Settembre, la pubblica sviolinata che rivolgo al mese che più mi entusiasma di tutto l'anno, il grande Capodanno delle intenzioni, ma vabbè.
"Per non rallentare" non è un inno alla produttività sconsiderata, alla corsa folle verso non si sa cosa, al perdersi pezzi nella foga della quotidianità convulsa. Anche se (mi) incito a non rallentare, il mio senso è totalmente l'opposto.
Intanto "Per non rallentare" è il titolo di una canzone. Dei Cappello a cilindro, per l'esattezza.
Nemmeno un grande pezzo, a dirla tutta. Una di quelle canzoni che ascoltate in un qualsiasi altro momento non avrei mai notato e invece proprio lì e in quel minuto ha avuto un senso cruciale.
Mi ha fatto pensare, ragionare su dove arrivare (cit.), raccattare pezzi di me che autonomamente correvano in varie direzioni mentre io restavo a guardarli, inerme; staccarmi da dosso come una pelle morta quell'involucro in cui mi rintanavo da sola e da cui vedevo il mondo spesso troppo appannato.
Quindi mi è diventata simpatica, questa canzone, e queste tre parole, che prese da sole hanno davvero poco senso, le ho associate a un significato mio.
Perché, chiariamolo, io sostanzialmente sono per il rallentare. Per il perdersi per strada, il guardarsi intorno a bocca aperta, il dimenticare l'orologio, il fermarsi a guardare, il fermarsi punto.
Però l'idea di "non rallentare" mi ha dato una smossa, come se volesse dire di non smettere di essere sé stessi, di averne il coraggio sempre, di vedere la bellezza, di sentire la felicità, di accorgersi di essere felici.
Quindi è un incitarmi al contrario: non rallentare il ritmo, non rallentare il TUO tempo; anche se ciò prevede che tu rallenti e resti un pò a guardare, per prendere fiato e riempirti gli occhi di cose belle, per poi ripartire.
Mi rendo conto che può non avere molto senso, però ci sono quelle cose senza senso a cui a volte ci aggrappiamo e ci sembrano geniali, anche se ovvie. Cose così sceme ...che però non ci avevi pensato ancora.
Ogni tanto scopro l'acqua calda, sì.
E' che spesso mi perdo per strada e allora cerco di orientarmi guardando le cose di sempre, ma quando le guardo poi mi sembrano nuove.
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